Sommario
Stop allo Split payment per le società quotate
A decorrere dal 1° luglio, le società quotate inserite nell’indice FTSE MIB della Borsa Italiana, identificate ai fini IVA, saranno escluse dall’ambito applicativo dello split payment. Infatti, l’art. 10 del c.d. “Decreto Fiscale” ha soppresso la lett. d) dell’art. 17-ter comma 1-bis del DPR 633/72, con riguardo alle operazioni per le quali è emessa fattura a partire da tale data.
Qualora il cedente o prestatore applichi erroneamente il meccanismo dello split payment a un’operazione effettuata verso una società quotata, risulta possibile regolarizzare la situazione tramite una nota di credito a storno della fattura e la successiva emissione del documento corretto.
Addio allo scontrino cartaceo
Tramite risoluzione approvata lo scorso 17 giugno in Commissione Finanze alla Camera, è stata proposta l’introduzione di un sistema di generazione e trasmissione del documento in formato digitale da integrare sui registratori telematici e sugli altri strumenti di invio dei corrispettivi.
L’iniziativa guarda alle soluzioni adottate in altri Paesi (come la Francia) e intende favorire il processo di dematerializzazione dei documenti commerciali.
I primi a essere coinvolti sarebbero le imprese della grande distribuzione per le quali si propone che l’obbligo divenga efficace dal 1° gennaio 2027.
In seconda battuta verrebbero coinvolti gli altri soggetti IVA, adottando un criterio basato sull’entità del volume d’affari.
Riforma VIDA
Con l’entrata in vigore della riforma VIDA (“VAT in the Digital Age“) il 14 aprile 2025, i paesi europei possono introdurre liberamente l’obbligo di fatturazione elettronica. Paesi come la Germania hanno già dato il via all’obbligo da gennaio 2025, e molti altri, inclusi Spagna, Belgio, Francia e Polonia, si stanno muovendo verso l’adozione obbligatoria entro il 2026.
La digitalizzazione dei processi di fatturazione diviene quindi essenziale per le aziende che si trovano a gestire i flussi transfrontalieri, per semplificare i processi e allinearsi ai nuovi obblighi normativi.
Patente a crediti: visualizzazione dei dati
E’ stato pubblicato sul sito ministeriale il decreto direttoriale 43/2025 proposto dall’Ispettorato Nazionale del Lavoro che disciplina le modalità di accesso ai dati
contenuti nella patente a crediti per imprese e lavoratori autonomi nei cantieri temporanei o mobili. Il provvedimento punta a garantire trasparenza e correttezza nella consultazione delle informazioni, tutelando allo stesso tempo i dati personali degli interessati.
Deducibilità vestiario dei professionisti
Con riferimento alle spese per il vestiario, se l’abbigliamento acquistato è caratterizzato da una stretta inerenza con l’attività (come la toga per gli avvocati, il camice per i medici o gli abiti di scena per i ballerini) il relativo costo dovrebbe essere integralmente deducibile.
Le contestazioni degli uffici si fondano sul presupposto normativo dell’art. 54 del TUIR, secondo cui, ai fini della determinazione del reddito di lavoro autonomo, è deducibile l’ammontare delle spese sostenute nel periodo d’imposta “nell’esercizio dell’attività”.
Quando un esercente un’arte o una professione acquista degli abiti da utilizzare nell’ambito della propria attività, che possono essere utilizzati anche ai fini privati, sembra possibile dedurre i relativi costi nella misura del 50%, come disposto dall’art. 54-quinquies comma 3 del TUIR per i beni ad uso promiscuo.
Photo Credits: Andrea Cherchi
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